Nel suo insieme la collezione è priva di caratteristiche formali ed estetizzanti. I rari esempi di esemplari incompleti non recano tentativi di restauro posticci, ma spesso sono completati trascrivendo le parti mancanti. Gli esemplari di valore antiquario mantengono le legature editoriali, o quelle che avevano nelle precedenti collezioni. Gli interventi successivi, invece, si limitano a coperte semplici e funzionali, finalizzate spesso a fare dell’esemplare uno strumento di lavoro, assemblando alla parte a stampa pagine bianche destinate ad accogliere appunti, note, indicazioni bibliografiche. Importanti, poi, da notare sono le aggiunte manoscritte, le postille, i foglietti che accompagnano in modo variegato i libri, a testimonianza che essi sono stati non solo acquistati, ma anche letti, consultati, studiati.

Legature in pergamena o in pelle con incassatura rigida o morbida si incontrano solo in alcuni testi antiquari e sono in genere piene, con i quadranti o piatti della coperta rivestiti di pelle. Rari sono gli esempi di dorsi con nervi in rilievo. Sempre nei volumi di valore antiquario la stampigliatura dei titoli, impressa a fuoco o più generalmente manoscritta, è collocata sui dorsi. A tal proposito si segnalano le pregevoli legature francesi in marocchino, con le quali si presentano molti fra i testi provenienti dalle stamperie d’oltralpe, mentre le legature industriali si esibiscono per gran parte delle edizioni del secondo Ottocento e del primo Novecento: in marocchino o in mezzo marocchino (colore rosso, nero, oliva, bianco) e in tela d’Africa, con incartonatura solida, fregi e dicitura dorata dei titoli sul dorso a linee orizzontali. I fogli di guardia sono spesso su carta decorata a pettine.

Il cartiglio a stampa dell’ex libris Siotto puntualmente appare sulle guardie anteriori delle edizioni più antiche e sul maggior numero di quelle ottocentesche e del primo Novecento. Si tratta di un ex libris di tipo araldico che reca la raffigurazione dello stemma di famiglia. Un altro contrassegno di possesso è il timbro a inchiostro che l’avvocato Giuseppe Siotto imprimeva variamente sui frontespizi, guardie anteriori e coperte dei volumi. Esso si ritrova in particolare nelle edizioni di fine Ottocento.