Il giardino segreto, di Frances Hodgson Burnett

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Ogni secolo sin dall’inizio del mondo sono state scoperte cose stupende. Nel secolo scorso sono state scoperte più cose incredibili che nei secoli precedenti, e in questo nuovo secolo saranno portate alla luce altre cose ancor più meravigliose. All’inizio la gente si rifiuta di credere che si possa fare qualcosa di nuovo fuori dal comune, poi comincia a sperare che si possa, poi vede che si può, poi succede sul serio e tutto il mondo si domanda perché non lo si è fatto secoli prima. Una delle novità che la gente ha cominciato a scoprire nel secolo scorso è che il pensiero, il semplice pensiero, è potente quanto una pila elettrica, benefico come la luce del sole o pericoloso come un veleno. Lasciare che ti entri nella testa un pensiero triste o negativo è pericoloso quanto lasciare che il germe della scarlattina ti entri nel sangue. Se lo lasci nelle vene dopo che è entrato forse non riuscirai più a liberartene finché campi. Fino a quando la mente di Mary era stata piena di pensieri sgradevoli sulle cose che non le piacevano e di opinioni negative sulle persone, fino a quando era stata decisa a non provare piacere o interesse in alcunché, era rimasta una bambina dalla faccia giallognola, malaticcia, annoiata e disgraziata. Però le circostanze le furono molto favorevoli, sebbene lei non se ne accorgesse, e iniziarono a giocare a suo favore. Quando la sua testa si riempì poco per volta di pettirossi e di casette nella brughiera piene di bambini, di strani vecchi giardinieri scorbutici e di camerierine di campagna, di primavera e di giardini segreti che resuscitavano un giorno dopo l’altro e anche di un ragazzo di brughiera con le sue “creaturine”, non vi rimase più spazio per i pensieri sgradevoli che le guastavano il fegato e la digestione rendendola itterica e stanca.