La foresta nascosta, di David George Haskell

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L’anno nuovo comincia con il disgelo e io respiro l’odore forte e bagnato del bosco. L’umidità ha gonfiato il tappeto di foglie cadute che copre il suolo e l’aria è soffusa di inebrianti aromi frondosi. Allontanandomi dal sentiero che si snoda lungo la discesa, mi inerpico attorno a un’enorme roccia erosa coperta di muschio. Attraverso un breve varco sul versante del monte, vedo il mio punto di riferimento: un lungo masso tondeggiante che sporge dalla lattiera come una balenottera. Questo blocco di arenaria definisce un lato del mandala. Mi occorrono pochi minuti per attraversare il ghiaione e raggiungere il mio masso. Passo accanto a un grande noce americano, appoggiando la mano sulle strisce di corteccia grigie, e il mandala è ai miei piedi. Faccio il giro, passo dalla parte opposta e mi siedo su una roccia piatta. Mi fermo, respiro l’aria intensa, mi metto in osservazione.

 

 

Estratto da  David George Haskell, La foresta nascosta – Un anno a osservare la natura, Einaudi, 2014